Ancora un romanzo messinese di Cesare Giorgianni: "Il rifugio della morte"
Il 29 ottobre a Messina, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della Città Metropolitana ha ospitato la presentazione del romanzo “Il rifugio della morte” (Armando Siciliano Editore), il terzo di Cesare Giorgianni, in ordine cronologico dopo “Baracche e schiavitù nell’Europa del XX secolo” (2015) e “Morte a Taormina” (2016). “Centinaia di ormai introvabili cartoline d'epoca appartenenti alla sua collezione, nei tre romanzi di Cesare Giorgianni, oltre ad accompagnare i testi, contribuiscono alla riscoperta della storia e dell'identità del nostro territorio. Per tale ragione la Città Metropolitana ha voluto incontrare l’autore e l’editore”. Con queste parole, la dott.ssa Anna Maria Tripodo, Dirigente della V Direzione Cultura di Palazzo dei Leoni, ha aperto l’appuntamento al quale ha preso parte anche il Sindaco Metropolitano Cateno De Luca. Il primo cittadino ha voluto sottolineare, tra l’altro, che “tutti i libri che raccontano positivamente il territorio diventano un momento di promozione da non sottovalutare e queste immagini trasmettono, di certo, tanta cultura legata alle nostre terre. Un’autentica memoria storica”.
“Il rifugio della morte” è il secondo giallo della serie ambientata nella provincia di Messina, in particolare nei centri della riviera jonica, nel quale si muove anche qualche personaggio già presente in “Morte a Taormina”. Un fil rouge che non comporta di certo la necessaria lettura del romanzo precedente, essendo le due trame sì legate tra loro, ma solo per la presenza di protagonisti “base”, quali, ad esempio, un cronista “d’assalto” e un capitano dei Carabinieri. Ma anche di un clochard, dal cui assassinio si dipana il racconto, illustrato, come nel caso precedente, con il piacevole ausilio di tante rare cartoline d’epoca, autentiche “chicche” culturali, tratte dalla collezione dello stesso autore. “Il rifugio della morte” si sviluppa, con riferimenti a temi di grande attualità, tra suggestivi e caratteristici angoli, più o meno conosciuti, dei paesi del comprensorio che va da Taormina a Scaletta Zanclea, passando soprattutto per Letojanni, Giardini Naxos, Fiumedinisi, ecc… Centri, questi, “familiari” all’autore, per l’attenzione giornalistica quotidiana prestata in circa tre decenni di lavoro in redazione. Un altro “caso” di fantasia, quindi, nel quale il giornalista ha voluto cimentarsi, dopo “Morte a Taormina” e il positivo esordio di “Baracche e schiavitù nell’Europa del XX secolo”; storia vera dedicata al padre Alfredo, prigioniero dei nazisti in Germania, durante la Seconda Guerra Mondiale, in un campo di concentramento del Terzo Reich. Una cronaca reale di lavoro coatto dei cosiddetti “IMI” (Internati Militari Italiani), di paura, fame e sofferenze infarcita di “convenienti” perché vitali intrecci amorosi, narrata in presa diretta, con la voce dal deportato, dal “di qua” del filo spinato.
A presentare l’autore è stata la dott.ssa Angela Pipitò, Direttore della Galleria: “Cesare Giorgianni - ha detto - è un giornalista professionista oggi in pensione. Ha lavorato per La Sicilia dal 1989 alla fine del 2017, sia nella redazione della Città peloritana che in quella centrale di Catania. Ha collaborato con Antenna Sicilia-TelEtna ed è stato Direttore responsabile del settimanale messinese Il Soldo. Redattore del settore cronaca, è stato inviato, oltre che in Italia, per servizi speciali in Danimarca, Svezia e Finlandia, sia per il giornale che per la rete televisiva. Ha realizzato reportage turistico-culturali sulle Isole Svalbard-Spitsbergen oltre Capo Nord in Norvegia e sulle Orcadi, a Nord della Scozia, per il magazine “Sicilia in Viaggio”. Dal 2018 collabora con il quotidiano online Tempostretto”.