Adele Fortino nel ricordo di Bianca Stancanelli
Se ne è andata nella notte di lunedì 5 agosto, arrendendosi a una malattia lunga e feroce che aveva affrontato con coraggio e un’irriducibile volontà di vivere, Adele Fortino, giornalista che per L’Ora scrisse per anni corrispondenze da Messina, la sua città. Le sue cronache – apparse anche su Il Fatto quotidiano, Il Sole 24 ore, i settimanali Il Soldo e L’isola, che diresse – erano segnate spesso da un impeto polemico e da un’irriverenza sbarazzina.
Aveva 81 anni, ma è un dettaglio che forse avrebbe taciuto. Sul suo profilo su X, l’ex Twitter, aveva scritto di sé: “senza età come le dee; una passionaccia: scrivere, ma scrivere contro; un odio: i luoghi comuni”. C’era, in quell’autoritratto, tutta l’ironia e l’allegria del personaggio.
Io la conobbi più o meno sessant’anni fa: era la fidanzata del più giovane dei fratelli di mio padre e con lui arrivò a un pranzo di famiglia per festeggiare un battesimo. Quando fra i tavoli fu distribuito lo champagne, spuntai davanti a quella giovane donna elegante e le chiesi se, per favore, poteva farmelo assaggiare. Mi consegnò la coppa, io la bevvi fino all’ultima goccia, ringraziai e tornai al mio posto soddisfatta. Anni dopo mi confessò di aver temuto che crollassi a terra, ubriaca, scatenando la riprovazione della famiglia intera. Non successe e fu il preludio di una bella amicizia, durata tutta la vita - anche quando il matrimonio con mio zio si ruppe e Adele sposò l’economista Mario Centorrino, scomparso nel 2014.
Il giornalismo fu per lei una passione adulta. Prima, aveva insegnato nelle scuole superiori. Era, come si usa dire, “nata bene”: figlia di un avvocato, Carmelo Fortino, che era stato, negli anni Cinquanta, sindaco democristiano di Messina. Nella città dello Stretto conosceva davvero tutti. E di quella società disegnò un ritratto spregiudicato e divertente nel suo primo libro, Messina sul sofà, pubblicato negli anni Novanta. Divertenti, urticanti e scintillanti furono anche i suoi interventi in video a Rtp (Radiotelevisione peloritana): lancia in resta, contro sindaci e assessori, in un tripudio di nomignoli e sberleffi.
Nelle cause in cui credeva, si lanciava con generosità, senza risparmio – e a volte senza cautela. Era uno spirito libero, e non ce ne sono molti in giro.