Giuliana Saladino, una giornata per non dimenticare

15.04.2025 10:08

di Egle Palazzolo

Chissà cosa sapremo trattenere e trasformare in nuova occasione, non soltanto di rilettura, dopo questa prima giornata in omaggio e memoria di Giuliana Saladino, (era nata nel dicembre del 1925), articolata in due tempi, uno nella scuola che porta il suo nome, l’altro all’Istituto Gramsci che le fu familiare?

Quel che è stato detto di lei, tutto vero, bello, riscontrabile; la sua essenza di donna, forte, coerente, combattiva, la sua eccezionale capacità di scrittura, la sua vita dentro e fuori casa, il marito, Marcello Cimino, gomito a gomito in redazione, le due figlie, Marta, scomparsa oltre dieci anni fa (si deve anche a lei il “comitato delle lenzuola” nella lotta contro la mafia e Giuditta, purtroppo, anch’essa, da poco, non più fra noi, a partecipare come avrebbe voluto al centenario per la madre assai amata, i parenti più vicini, gli amici più cari, alcuni dei quali da Giuliana Saladino raccontati in pagine di estremo interesse.

Se le celebrazioni hanno un merito, quello che vorremmo è che si attuassero di lei riletture mirate. E che i cinque libri a sua firma possano consegnarci ancora la preziosità delle sue analisi, delle sue storiche intuizioni, dei suoi ammonimenti.

Mi viene in mente (lo dico d’istinto ai miei colleghi) che tutto questo potrebbe realizzarsi attraverso il lavoro, che specie in questi ultimi tempi, l’Assostampa riesce a svolgere, proiettandosi all’esterno e attuando concreti, pubblici coinvolgimenti.

Perché quel che mi viene in mente tenendomi l’emozione di personali ricordi, è che, forse ci fu, attorno a una Giuliana Saladino, come un cerchio impalpabile che non la rese vicina a tanti, quanto sarebbe stato indispensabile. Come uno splendido isolamento che, persino oggi, ascoltando di lei, si avvertiva. Ognuno era uno per quel che diceva e uno era, quasi unità indivisibile, chi stava di fronte agli ottimi relatori. Forse, considerando le altre date di incontro che il Comitato prevede sino al 16 dicembre, sarebbe vero dono a Lei. Riproporre in vario modo il suo pensiero, inserirla, citarla, sottolineane la contemporaneità del pensiero, delle parole, dei temi affrontati, dei rimedi proposti, come punto di partenza e di percorso. Arriveremo da qualche parte. L’anno 2025 passerà e ci attendono anni avvenire. Leggiamoli con lei e forse supereremo pigrizie, accomodamenti, colpevoli compromessi, cecità. E di lei di volta in volta rivediamo le belle immagini di “come scrive una donna” e al tempo stesso facciamo attenzione ai ragazzi che frequentano sia la scuola che ha il suo nome, sia le altre scuole. Chi è giovane oggi è l'erede diretto di quanto Giuliana Saladino ha consegnato.