La riforma dell'editoria è legge
Via libera definitivo della Camera al disegno di legge sull'editoria, che disciplina principalmente il sostegno pubblico al settore. L’ammontare del contributo dipenderà dal numero di copie annue vendute. Favorite le assunzioni degli under 35. Tetto agli stipendi Rai, riordino dei prepensionamenti e Consiglio nazionale dell'Ordine ridotto a 60 membri (40 professionisti e 20 pubblicisti).
ROMA, 4 ottobre 2016. - Via libera definitivo della Camera al ddl editoria, che disciplina principalmente il sostegno pubblico al settore. Ecco, in sintesi, il testo.
IL FONDO - Ad alimentarlo le risorse statali per il sostegno all’editoria quotidiana e periodica, ma anche quelle per le emittenti locali. Previsto l’uso di una quota, fino a 100 milioni di euro annui per il periodo 2016-2018, delle eventuali maggiori entrate da canone Rai in bolletta. Ci sarà anche un contributo di solidarietà da parte dei concessionari di pubblicità su tv e stampa (0,1% del reddito complessivo annuo).
I SOGGETTI BENEFICIARI - Il testo delega il governo a ridefinire l’intera disciplina, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, partendo dalla platea dei beneficiari. Tra questi, oltre alle tv locali, le cooperative giornalistiche e gli enti senza fini di lucro, quotidiani e periodici delle minoranze linguistiche, imprese ed enti che editano periodici per non vedenti o ipovedenti, associazioni di consumatori, imprese editrici di quotidiani e periodici diffusi all’estero. Esclusi esplicitamente i giornali di partito e le imprese editrici di quotidiani e periodici che fanno capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate. L’ammontare del contributo dipenderà dal numero di copie annue vendute (che non può essere inferiore al 30% delle copie distribuite per le testate locali e al 20% per quelle nazionali) e dagli utenti unici raggiunti, oltre che dal numero di giornalisti assunti. Previsti criteri premiali per l'assunzione a tempo indeterminato di under 35 e limiti massimi al contributo erogabile (50% del totale dei ricavi dell’impresa).
IL TETTO AGLI STIPENDI - Amministratori, dipendenti e consulenti Rai non possono percepire stipendi superiori ai 240 mila euro, tetto che non potrà essere superato anche qualora l'azienda dovesse emettere bond. Il provvedimento prevede anche una riduzione delle risorse pubbliche alle imprese che superano nei confronti del proprio personale, di collaboratori e amministratori, il limite di 240 mila euro. Il governo è delegato a deciderne la rimodulazione.
INCENTIVI E LIBERALIZZAZIONE VENDITA - Il governo dovrà incentivare gli investimenti nell’innovazione digitale, assegnare finanziamenti a progetti innovativi, liberalizzare la vendita dei prodotti editoriali e gli orari di apertura dei punti vendita, incentivare sul piano fiscale gli investimenti pubblicitari su quotidiani e periodici nonché sulle radio e tv locali.
ORDINE GIORNALISTI E PREPENSIONAMENTI - Il testo delega il governo ad adottare, sempre entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, criteri più stringenti per il ricorso ai prepensionamenti dei giornalisti e a rivedere la procedura per il riconoscimento degli stati di crisi, nonché a riordinare e razionalizzare le regole per il Consiglio dell’Ordine (il numero dei componenti viene ridotto a 60, riequilibrandone il rapporto tra professionisti e pubblicisti, due terzi e un terzo).
CRITERI DI EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI - Il governo dovrà semplificare l’erogazione dei contributi, che avverrà in due rate (la prima entro il 30 maggio, pari al 50%). Il testo disciplina, inoltre, tempi e modalità di presentazione delle domande e stabilisce i requisiti per la testata online (deve essere regolarmente registrata presso una cancelleria di tribunale, avere un direttore responsabile iscritto all’Ordine, produrre principalmente informazione con aggiornamento quotidiano, non essere una mera trasposizione telematica di una testata cartacea né un mero aggregatore di notizie).
LA CONCESSIONE RAI - Viene ridotta a dieci anni, con un regime transitorio di non oltre tre mesi.
LE REAZIONI
La Fnsi: «Con la definitiva approvazione della legge di riforma dell’editoria da parte della Camera dei deputati – è il commento del segretario generale e del presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti – si pongono finalmente le basi per il rilancio dell’intero sistema dell’informazione, che non potrà che ripartire dalla formulazione di nuove regole antitrust e dalla tutela dell’autonomia delle redazioni, più che mai urgenti alla luce dei processi in atto di fusione e di cessione della proprietà delle testate».
Editoria, Fieg: «Bene approvazione ddl ora decreti attuativi»
«Un importante traguardo a cui deve seguire il rapido avvio del cantiere delle misure per contrastare la crisi dell'editoria giornalistica del nostro Paese». Lo ha detto il Presidente della Fieg, Maurizio Costa, commentando l'approvazione definitiva da parte della Camera del disegno di legge sull'editoria che contiene alcuni interventi di riforma per il settore che recepiscono il lavoro del Tavolo per l'editoria.
«L'editoria quotidiana e periodica – ha aggiunto – è investita da una pesantissima crisi: negli ultimi 8 anni le imprese del settore hanno visto dimezzato i propri ricavi, con un crollo del fatturato pubblicitario di oltre il 60%. Una legge per il settore era indispensabile e oggi, grazie al lavoro del Governo e del Parlamento, la legge c'è, ma trattandosi di una legge delega, è necessaria la rapidissima emanazione dei decreti attuativi».
«Affinché le misure previste diventino concrete e operative - ha ribadito Costa - è indispensabile che vengano garantite, nella prossima legge di bilancio, le necessarie coperture finanziarie. Si adottino, quindi, senza indugio, le indispensabili misure per dare ossigeno alle imprese e in particolare: l'incentivazione fiscale degli investimenti pubblicitari incrementali, utile per il rilancio dei consumi e per garantire una ripresa degli investimenti pubblicitari sulla stampa quotidiana e periodica; la liberalizzazione della vendita di prodotti editoriali, per superare la critica situazione delle edicole; la copertura finanziaria dei prepensionamenti relativi ai piani di ristrutturazione e di riorganizzazione delle imprese editrici, per garantire il processo di trasformazione ed evoluzione necessario». (Agi – Roma, 4 ottobre 2016)
Editoria: Rampi (Pd), pluralismo tema fondante per democrazia
«Dopo 376 giorni di lavoro parlamentare finalmente è stata approvata la legge sull'editoria e sul pluralismo, che si occupa di tutta la filiera dell'informazione. Grazie a questo testo, non saranno spente tante piccole voci che garantiscono nei territori la possibilità di informarsi e sarà favorita l'apertura di nuove iniziative editoriali, in particolare per i giovani. Inoltre, il provvedimento interviene sulla qualità del lavoro del giornalista e sulla sua tutela professionale. Si tratta di un passaggio storico per il mondo dell'informazione e dell'editoria, che da tempo attendeva una regolamentazione seria per un settore fondamentale per la nostra democrazia». Lo ha dichiarato il deputato Pd Roberto Rampi, relatore del Ddl Editoria. (Ansa - Roma, 4 ottobre 2016)
Editoria: Odg, misure necessarie, ora sostenere giornalisti
«Si tratta di misure necessarie per l'intero settore dell'informazione». È il commento dell'Ordine dei giornalisti dopo l'approvazione definitiva del ddl editoria. «L'auspicio - prosegue la nota - è che, mettendo a punto i decreti delegati, il sottosegretario Luca Lotti trovi il modo per far sì che questi finanziamenti non restino nelle casse degli editori, ma vadano anche ai giornalisti che vivono attualmente in una condizione di grande sfruttamento. Con uno sforzo in più si potrebbe anche garantire ai cittadini il diritto di sapere chi controlla i mezzi di informazione e quali legittimi interessi i singoli editori hanno in altre attività».(Ansa - Roma, 4 ottobre 2016)
Editoria: Ordini regionali, con ok a ddl ora si volta pagina
«Soddisfazione» viene espressa dalla maggioranza dei presidenti regionali dell'Ordine dei giornalisti per l'approvazione in terza lettura alla Camera del ddl sull'editoria che contiene un passaggio «chiave per poter procedere ad una riforma organica dell'Ordine dei giornalisti, attesa da anni».
«Da oggi si volta pagina - si legge in una nota della maggioranza dei presidenti regionali - in quanto il provvedimento introduce nuove norme sulla composizione e le competenze dell'Ordine nazionale, premessa indispensabile per completare una riforma dell'Ordine adeguata alle mutate esigenze della professione giornalistica».
«La legge approvata oggi - continua la nota - prevede infatti la riduzione del numero dei componenti del Consiglio nazionale (dai 144 consiglieri attuali, cui si sommano i 12 che fanno parte del Consiglio di disciplina, a 60 componenti, compresi i 12 del Consiglio di disciplina) riequilibrandone il rapporto tra professionisti e pubblicisti (due terzi e un terzo). Si riducono quindi i costi dell'organismo, si restituisce la rappresentanza a chi svolge effettivamente l'attività giornalistica, si garantisce una presenza territoriale venendo incontro alle istanze della maggioranza dei presidenti degli Ordini regionali».
«Ora - conclude la maggioranza dei presidenti regionali - auspichiamo che in tempi brevi il Governo approvi i decreti delegati sulla formazione e il nuovo sistema elettorale, anche per poter rinnovare quanto prima gli organismi dell'Ordine con le nuove regole».