Limitazione della libera informazione sul flusso migratorio
di Franco Lannino -
Queste foto non si possono più fare e lo sapete perché? perché fanno male, sono pugni sullo stomaco. E i pugni sullo stomaco ai governi di turno non piacciono. E allora fanno sì che gli operatori dell'informazione stiano lontani dall'epicentro della sofferenza, delegando le forze dell'ordine a farlo. Perché da lontano è tutto bello, lindo, pulito. E’ falso! E la cosa grave è che anche il giornalismo attuale si è assuefatto a questo. Il risultato è che va tutto “bene”. Ma basta riflettere un attimo e pensare a quello che ci dicevano le nostre madri: “occhio che non vede cuore che non duole”. In pratica, se non lo vedi non esiste. Questa è la parola d'ordine attuale.
Io questo orrore l'ho visto ed esiste! Eccome se esiste! Quando negli anni novanta e inizio duemila questi poveri cristi sbarcavano sul molo Favaloro a Lampedusa, la stampa era benvenuta, si poteva davvero documentare a dovere quello che era la tragicità del fenomeno di questo flusso migratorio senza fine. Le fotografie valevano più di mille parole! Adesso tutti gli operatori dell'informazione libera sono tenuti lontano. E' in atto un'opera di “normalizzazione” e, da che tempo è tempo, la normalizzazione non è una bella cosa, è il preludio di un regime che si appresta a soffocare dei diritti. E in questo la libera informazione è stata pesantemente colpita, senza che nessuno dei vertici a capo dell'Ordine dei giornalisti d'Italia abbia fatto nulla per evitarlo.