Le ragioni di noi pensionati
Auguri al collega Natale Conti rieletto a presiedere quel nutrito gruppo di giornalisti ormai in pensione. Un gruppo che per tante ragioni da noi più volte vagliate, è divenuto numericamente più forte. Ma non quanto potrebbe perchè uno strisciante e, più volte non casuale scetticismo, che investe la categoria, finisce per lasciarci tiepidi o tenerci lontani dal sindacato, Tranne quando l'ambizione, per carità più volte sana, della carica non ci mette in gioco.
Mi permetto qui nel nostro foglio di notizie qualche considerazione personale anche per il fatto che, pur avendo ricoperto qualche incarico sindacale, da cui certamente ho tratto utili valutazioni, non posso oggi vantare frequenza e collaborazione degna di nota. Per questo in calce alla ultima convocazione, per il rinnovo delle cariche principalmente, partecipando e conversando soprattutto con i presenti, ho dovuto rinnovare il rammarico che, non riusciamo a tirare la forza necessaria a difendere la posizione di chi giornalista è stato e di chi vuole diventarlo, con armi, si fa per dire, adeguate. Il collega Raffa, attivissimo nella sua carica e chiaro nel metterci al corrente di quanto avviene in sede INPGI e CASAGIT, le cui sorti tanto da vicino ci appartengono, ha fatto insieme a noi previsioni che, più che ai pensionati, toccano i più giovani. Mi sono chiesta, e, a distanza di più di una settimana, vi espongo come idea: possiamo scambiarci anche telematicamente idee e magari istanze operative per rendere più continua e incessante la nostra voce? I pensionati, alcuni dei quali ancora non... vecchi e comunque attivi sono una risorsa per esperienza e forse tempo disponibile. Il sindacato in generale farebbe un errore a considerarli una sacca da cui attingere solo in occasioni di... scelte e di voti. Oggi una carica sindacale, specie in sede nazionale non fa coccarda e non deve considerarsi un privilegio se alla fine del mandato non porti... a casa Assostampa e Federazione qualche palese risultato. I contatti dovrebbero essere da noi più frequenti. Ma non per parlarci solo un po’ addosso ma per inventarci una presenza più attiva e visibile in... campo aperto. Giornalisti siamo stati e siamo, sia al primo articolo con nostra firma su un giornale o mezzo di informazione che ci mette in gioco, sino al giorno che, con pensione, ormai sempre più difficile da ottenere, continuiamo a interessarci dei problemi che in toto ci appartengono. A volte qualche sprazzo di utopia ci fa sperare che non sia vano incontrarci e parlare. A volte ci si dispone a dare un contributo. Io sto dicendo ben poco ai colleghi che già loro non sappiamo. Ma se repetita iuvant, contiamoci tutti. L'unione e le finalità comuni e rispettabili fanno la forza. E se noi tutti l'avessimo?
Stamani, in questa calda giornata di luglio, mi va di sperarlo.
Egle Palazzolo